Utinum et Patria

Crimini dei partigiani, Malga Bala

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premex
icon7  view post Posted on 17/7/2008, 17:19




Dopo l'8 settembre 1943, la carrozzabile Tarvisio-Cave del Predil-Passo Predil- Plezzo-Gorizia costituiva un'importantissima arteria, utilizzata dalle forze di occupazione tedesche per lo smistamento di uomini e materiali destinati dalla Germania alla zona del cosiddetto "Litorale Adriatico". La resistenza slava a sua volta attaccava le autocolonne tedesche, provocando spesso pesanti perdite.

In risposta all'ultimo di una serie di agguati, in cui rimase ucciso un soldato tedesco, l'11 ottobre 1943 due autocarri di SS raggiunsero Bretto di Sopra dove, con largo uso di lanciafiamme, incendiarono tutte le abitazioni in cui erano state rinvenute armi e vestiario militare (una donna venne arsa viva), trucidando 16 uomini rastrellati. Inoltre, il commissario germanico sulla miniera di Raibl ottenne dal Comando militare tedesco di Tarvisio la costituzione di un Distaccamento fisso di carabinieri a protezione della centrale idroelettrica a valle di Bretto di Sotto, composto dal vice brigadiere Dino Perpignano e dai carabinieri Domenico Del Vecchio, Antonio Ferro, Primo Amenici, Lino Bertogli, Ridolfo Calzi, Fernando Ferretti, Attilio Franzon, Pasquale Ruggiero, Adelmino Zilio, Michele Castellano e Pietro Tognazzo.

La sera del 23 marzo 1944, il vice brigadiere Perpignano, Comandante del Distaccamento, ed il carabiniere Franzon si erano recati in paese; sulla strada del ritorno vennero aggrediti da due partigiani, tali Socian e Zvonko, mentre la caserma era già circondata da altri partigiani rimasti nascosti. Il commando, successivamente, catturò i due carabinieri di guardia alla centrale e riuscì a introdursi all'interno della caserma. I militari dell'Arma vennero fatti vestire, mentre i partigiani si impossessavano delle armi e di quant'altro utile minando poi l'edificio, così come era stato fatto per la centrale idroelettrica.

Il commando partigiano e gli ostaggi, costretti a portare a spalla tutto il materiale trafugato, raggiunsero a tappe forzate Malga Bala, passando per il Monte Izgora, la Val Bausiza (di nuovo a valle) e risalendo verso l'altipiano di Bala. Il lungo tragitto venne intervallato da poche soste, di cui l'ultima, la sera del 24 marzo, in una stalla sita sull'altipiano di Logje; qui ai militari prigionieri venne somministrato minestrone nel quale erano stati aggiunti soda caustica e sale nero, usato per il bestiame come purgante.

La mattina successiva (25 marzo) venne fatto percorrere ai prigionieri, già in preda ad atroci spasmi, l'ultimo tratto di strada che li separava dal luogo della mattanza: un casolare sito su un pianoro, Malga Bala, appunto, dove il vice brigadiere Perpignano venne arpionato ad un calcagno con un uncino, appeso a testa in giù e costretto a vedere la fine dei propri uomini; per essere poi finito a pedate in testa. Gli altri furono massacrati barbaramente, dopo essere stati incaprettati con filo di ferro, legato ai genitali, così che i movimenti parossistici sotto i colpi di piccone amplificassero il dolore. Furono inferte inoltre anche altre atroci sevizie, sempre a colpi di piccone, che qui sarebbe troppo crudo narrare; diremo solo, a titolo di aberrante esempio, che al carabiniere Amenici venne infilata la foto dei figli nel petto squarciato.

Al termine dell'eccidio, i corpi vennero trascinati a qualche decina di metri dal casolare ed ammucchiati sotto un grosso sasso, parzialmente ricoperti dalla neve; furono rinvenuti casualmente da una pattuglia di militari tedeschi e recuperati per essere ricomposti presso la chiesa di Tarvisio tra il 31 marzo ed il 2 aprile 1944. I funerali si svolsero due giorni dopo, il 4 aprile.

Trieste - L'Arma dei Carabinieri nei giorni scorsi ha richiesto al Ministero della Difesa di conferire la medaglia d'oro al valor civile alla memoria per i 12 carabinieri uccisi nel marzo 1944 a Malga Bala, nel Tarvisiano.


L’Unione degli istriani ha deciso di intervenire presso il Ministro Ignazio La Russa, per appoggiare formalmente la richiesta dell’Arma. Il presidente dell’Unione degli istriani, Massimiliano Lacota, ha quindi scritto al Ministro, chiedendogli di farsi messaggero presso il Governo e la Presidenza della Repubblica affinché la richiesta del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri alla Difesa venga rapidamente accolta.
"L’eccidio di malga Bala – scrive Lacota – è uno degli episodi raccapriccianti che simboleggia i crimini commessi dai partigiani slavo comunisti e da quelli italiani durante la guerra e nel dopoguerra nei confronti di militari e civili innocenti: reati rimasti tutti impuniti grazie alla falsificazione della Storia e con la macabra giustificazione della Resistenza".
"Ora
– aggiunge – è necessario riparare a queste smascherate storpiature con ogni mezzo ed il conferimento di una doverosa onorificenza a quei carabinieri trucidati rappresenta un passo in avanti verso la verità sulle molte ombre che nascondono le "cosiddette eroiche gesta dei partigiani", in attesa che anche gli ultimi difensori e militanti dei partiti della sinistra radicale riconoscano, come altri hanno fatto dalla parte opposta, che l’ideologia che ha prodotto i Regimi comunisti è "un male assoluto"".
Ma cosa successe nel 1944? "La carrozzabile Tarvisio - Cave del Predil - Passo Predil - Plezzo - Gorizia", ricordano dall’Unione degli Istriani, "costituiva un'importantissima arteria utilizzata dalle forze di occupazione tedesche per lo smistamento nei due sensi di marcia di uomini, armi, viveri, munizioni destinati dalla Germania alla zona del Litorale Adriatico. La resistenza slava, dal canto suo, prendeva di mira le autocolonne tedesche, provocando sovente pesanti perdite ed intaccando il prestigio militare germanico".
"Essendosi generata una situazione di pericolo concreto, il commissario germanico sulla miniera di Raibl, tale Hempel, ottenne dal comando militare tedesco di Tarvisio la costituzione di un Distaccamento fisso di carabinieri a protezione della centrale idroelettrica a valle di Bretto di sotto. La sera del 23 marzo 1944 il comandante del distaccamento, accompagnato da un suo sottoposto, il carabiniere Attilio Franzan, si era recato in paese. Sulla via del ritorno furono catturati da due partigiani mentre altri avevano già accerchiato la caserma. Sotto la minaccia delle armi, costrinsero quindi Perpignano a rivelare la parola d'ordine e con facilità, penetrati nel presidio, catturarono tutti gli altri carabinieri. Dopo aver minato la centrale, il commando partigiano si allontanò insieme agli ostaggi che furono costretti a trasportare il materiale trafugato dalla caserma. A marce forzate raggiunsero Malga Bala passando per il monte Izgora e la Val Bausiza".
"La sera del 24 marzo, durante un'ultima sosta in val di Bala,
- ricordano ancora da Trieste – ai carabinieri fu distribuito un minestrone nel quale era stato aggiunta della soda caustica e del sale nero, una miscela usata come purgante per il bestiame. In preda ad atroci spasmi, la mattina del 25 marzo i carabinieri furono costretti a percorrere l'ultimo tratto che li divideva dal casolare nel pianoro di Malga Bala. Il comandante, fatto denudare, fu sodomizzato. Essendogli, poi, stato conficcato un legno ad uncino nel nervo posteriore del tallone, fu issato ad una trave a testa in giù per costringerlo ad assistere alla barbara uccisione dei suoi uomini. I carabinieri, dopo supplizi e violenze sessuali, furono finiti a picconate. Ad alcuni furono anche asportati i genitali e conficcati in bocca. Ad uno di loro (Primo Amenici) squarciarono il petto per mettergli nel cuore la foto dei suoi cinque figli. Per ultimo fu assassinato il vice brigadiere Dino Perpignano a calci in testa. La "mattanza" terminava con i corpi dei malcapitati legati col filo di ferro e trascinati, come bestie, ai piedi di un grosso masso".
Quel giorno furono uccisi Dino Perpignano, Domenico Dal Vecchio, Antonio Ferro, Primo Amenici, Lindo Bertogli, Rodolfo Colsi, Fernando Ferretti, Attilio Franzan, Pasquale Ruggero, Adelmino Zilio, Michele Castellano e Pietro Tognazzo. Per loro, l’Arma dei Carabinieri chiede il conferimento della medaglia d’oro al valor civile.
 
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CRIS148
view post Posted on 25/7/2008, 01:45




E DOPO I CRIMALI DI GUERRA CONTRO L'UMANITA ERANO SOLO QUELLI TEDESCHI.
MA QUESTI,I VARI MASSACRI DI CIVILI DEGLI ALLETI,LE BOMBE NUCLEARI,LE BOMBE AL FOSFORO,NON SONO ANCHE QUELLI CRIMINI?
MA PER CHI VINCE E' PERMESSO TUTTO...
 
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Adelchi2389
view post Posted on 27/7/2008, 13:40




La cosa che suscita il più profondo stupore, è che i partigiani nonostante le loro azioni di "resistenza", colpendo innocenti su innocenti, sono visti come EROI.... Per quanto ancora verranno visti con un titolo che non meritano ? Fino a che punto si parla d resistenza e fino a che punto iniziano gli autentici crimini ?
 
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Giancarlo Zanini
view post Posted on 28/1/2010, 09:57




La vicenda di Malga Bala è tutta falsa. I 12 militari italiani dopo l'8 settembre 1943 sono rimasti nella zona annessa al Terzo Reich e più precisamente agli ordini delle SS tedesche che avevano militarizzato la miniera di Cave del Predil e la centrale elettrica di Bretto di Sotto che dava elettricità alla miniera. Non è vero che sono stati legati e torturati basta guardare le fotografie pubblicate dallo stesso Antonio Russo. I corpi ritrovati sulla neve avevano gambe e braccia aperte e sui vestiti non c'è ombra di sangue e le facce non presentavano ferite nemmeno quando sono stati allineati davanti la chiesa di Tarvisio. Basta guardare.
La medaglia ricevuta è dovuta a documentazione falsa. Andate a leggere FIAMME D'AGENTO (rivista dei carabinieri) mese di ottobre 2009 per conferma che la zona era comandata dai tedeschi che non permettevano ingerenze da parte della RSI.
Per ora vi basta questo?
 
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Salvatore Martino
view post Posted on 25/4/2016, 13:52




Ma per favore..questa e storia..e io personalmente ne ho avuto conto di persone anziane di quella zona che sono andato a visitare,,,

Smettiamola di nascondere le verita scomode.!!!!
 
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5 replies since 17/7/2008, 17:16   8978 views
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